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BAVENO E LA SUA PIETRA
31. July 2006 12:07
(last updated: 24. July 2007 10:37)
Pubblicato in CAVE E GEOLOGIA

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Arredo urbano e sistemazione ambientale, non solo per le città e' un’esempio dato proprio da Baveno, che celebra la sua pietra con il rifacimento del lungolago dove erano già presenti alcuni elementi fortemente “radicati” nella memona collettiva e caratteristici dell’immagine del luogo.

Baveno, otre che per il magnifico panorama sul Lago Maggiore e le isole Borromee, è internazionalmente nota anche per il granito che porta il suo nome. Ad esso sono legate molte delle più nobili realizzazioni dell’architettura storica e comunque la gran parte delle attività e della vita dei bavenesi. Da tempo si è discusso, a vari livelli, della possibilità di dare visibilità alla storia di questo elemento tradizionalmente presente nella vita cittadina. Un’intervento, quindi, di manutenzione, unione e completamento partendo proprio dalla pietra della sovrastante montagna come riconosciuto spirito del luogo che trova affermazione nelle attese, negli incontri, negli spettacoli, nel gioco, nel passeggio, nell’arte e, anche, nella contemplazione che qui si vive. La realizzazzione fatta con pietre provenienti dalla sovrastante Cava di Granito di proprietà della “Giacomini” ha interessato, oltre la zona della passeggiata parallela al viale della Vittoria, anche l’attuale piazza lV Novembre e la zona dell’imbarcadero di piazza Marinai d’Italia in un insieme di completa sistemazione delle zone a lago. Per le zone delle piazze IV Novembre e Marinai d’Italia (oggetto di un successivo stralcio di lavori) si é sostituto l’asfalto con un lastricato di cubetti di porfido e granito e grazie all’inserimento di alberature si e' creato, attraverso disegni e colori delle superfici, un collegamento ideale con le aree pedonali del Municipio nell’antistante piazza Dante. Oltre a questi interventi di arredo urbano si cerca ora di individuare nell’ambito del centro storico un punto che costituisca la partenza di un percorso museale, ove ospitare attrezzi, foto documenti e quant’altro utile a ricostruire le vicende e la storia del granito locale. Visita che deve naturalmente estendersi nel territorio: da un lato verso le cave e attraverso il centro in cui “leggere” le applicazioni più significative del materiale, e dall’altro verso il lungolago in cui il granito rosa di Baveno diviene il “medíum espressivo” di differenti situazioni architettoniche ed artistiche. Quello della pietra, dalle sue origini all’uso millenario che l’uomo ha saputo fare, è sicuramente il più affascinante percorso della storia dell’umanità che si lega alla nascita delle più antiche città strettamente legate alla presenza di acqua, legno e pietre in abbondanza. Consumati i legni, passata l’acqua è rimasta intatta solo la pietra come tangibile segno del passato. Un segno che varrebbe proprio la pena valorizzare in tutto il suo percorso di storia, di cultura e di fatica. Baveno, Candoglia, Viggiù e Saltrio, nella vicina Varese, (dove, tra l’altro, si vanno scoprendo anche resti di animali preistorici) e tanti altri siti sparsi in tutta la catena delle Alpi possono dare molto non solo all’architettura, all’arte, alla cultura e al lavoro in generale ma anche in termini sociali: dal lavoro al piacere di stare insieme in luoghi dove la naturalità da all’uomo la possibilità di trovare più facilmente se stesso. La natura richiama sempre se stessa.







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