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  • I MARMI MEDIOEVALI DEI LAGHI DI COMO, LUGANO E MAGGIORE
  • TRATTAMENTI PROTETTIVI PREVENTIVI PER LE PIETRE NATURALI
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Nel periodo richiesto del 2010 sono stati pubblicati 17 articoli

LA SCUOLA DI SCULTURA DI PECCIA PRESENTA I CORSI 2010
La Scuola di Scultura di Peccia promuove il concetto di ateneo aperto, offrendo un luogo destinato alla libera espressione artistica accessibile a tutti senza distinzioni di sorta, principianti, avanzati e professionisti.
DALLE CAVE DI PORFIDO ROSSO ALLA LAND ART
Un drago di pietra che affiora dalle onde del prato, tenuto a bada dalla lancia di uno svettante San Giorgio: dal maggio 2009 i visitatori del Chiostro medioevale di Voltorre, a Gavirate, si imbattono in un'insolita e misteriosa scultura in pietra. A cura di Erica Kusterle.
POSA DI MARMETTE IN PIETRA NATURALE
Bisogna prima di tutto valutare la superficie sulla quale sarà installato il materiale che dovrà essere piana, senza crepe, irregolarità ed umidità, pulita da qualsiasi eventuale residuo, in particolare grasso o olio. Si usano due tipi di collanti: quelli cementizi e le resine. La posa con malta cementizia viene normalmente adottata quando si rende necessario rialzare significativamente o livellare il substrato.
TRATTAMENTI PROTETTIVI PREVENTIVI PER LE PIETRE NATURALI
Bisogna prima di tutto valutare il tipo di pietra, la finitura, le condizioni ambientali, la collocazione, la destinazione d’uso: pavimentazione veicolare o pedonale, esterna o interna, rivestimento verticale. Negli interni è soprattutto l’infiltrazione di sostanze liquide a causare problemi in particolari applicazioni in bagno o in cucina.
DALLE CAVE ROMANE A QUELLE MODERNE
Storicamente la pietra rappresenta il primo materiale lavorato dall’uomo, poi evolutosi ad impresa con gli egizi, greci i quali furono tra le prime civiltà a lucidare il marmo (gli egizi - non si sa come - riuscivano a lucidare anche graniti e porfidi). Non ci dilunghiamo sul porfido rosso antico, gli onici di Alabastron, il granito del foro (tonalite) e sul granito della guglia (rosso di Assuan). Questi materiali erano estratti da cave ormai esaurite (o non usate più) che vennero utilizzati ampiamente per il loro carattere simbolico nella roma imperiale. Anche i greci con il marmo Paros, Pentelico, Cipollino avevano i loro materiali tradizionali da lucidare.
SAI RESTAURARE SOLO SE HAI STUDIATO A ROMA, FIRENZE O RAVENNA
Tra le proteste della Confartigianato il governo italiano sta istituendo un albo professionale dei restauratori, sul principio nulla di eccepibile siccome la mancanza di professionalità di un restauratore potrebbe portare a perdite irrecuperabili del nostro patrimonio artistico. Ciò che fa specie e scandalizza è che, per un non qualche precisato motivo, sarebbero solo tre le scuole autorizzate a formare i nuovi restauratori: l’Istituto centrale per il restauro ovviamente a Roma, l’Opificio delle pietre dure di Firenze e la Scuola del mosaico di Ravenna e tutte le altre, senza appello e senza processo, verrebbero tagliate fuori.
SALTRIO: LA LUNA DI VIGGIU'
Saltrio è la patria dei fratelli Marchesi e del Bianco di Saltrio una delle pietre più care alla tradizione lombarda il cui impiego inizia coi romani e perdura per tutto il medioevo, anche in luoghi lontani, come nel Chiostro di Piona (sul Lago di Como), alla Certosa di Pavia, nel Duomo di Lugano, sino ad alcuni impieghi moderni nel cimitero di Staglieno a Genova, a Torino è presente nella stazione di Porta Nuova, al palazzo di Garigliano e nella Mole Antonelliana.
GEMELLAGGIO TRA BARRE E VIGGIU'
Incontro tra la comunità lapidea di VIGGIÙ (Varese) e quella di BARRE (Vermont/U.S.A.). Due comunità di scalpellini unite da oltre cento anni di storia si sono riunite prima negli Stati Uniti, poi in Italia per ricordare gli emigranti che alla fine dell'ottocento si trasferirono negli Stati Uniti. Viggiù, paesaggistica località delle prealpi di Varese sulla riga di confine con la Svizzera è nota per la storica lavorazione della pietra estratta in loco e nelle vicine Saltrio e Arzo oltre il confine.
I DATI 2009 DEL TERMINALE FERROVIARIO DELLA VALPOLICELLA
Il Terminale Ferroviario Valpolicella ha movimentato, nel periodo: gennaio-novembre 2009, 163.969,22 tonnellate contro le 252.227,97 tonnellate dello stesso periodo del 2008 (-35,01%) di cui buona parte costituito da materiale grezzo lapideo. il settore lapideo veronese risulta in recupero nella parte centrale del 2009.
LA CRISI NEI SETTORI LIMITROFI
Secondo Manuel Sanchez Perez, Presidente dell'associazione nazionale FDP, l'industria spagnola delle pietre naturali si trova, a causa della crisi finanziaria mondiale e di problemi sul mercato nazionale, in una situazione estremamente difficile. Per uscire da questa crisi si deve guardare all'export e per questo l'associazione spagnola parteciperà nel 2010 ad una serie di fiere in tutto il mondo dove verrà distribuito un nuovo catalogo sulle pietre spagnole edito con il contributo pubblico.
VOLTERRA: CITTA' DI PIETRA
Un'adunanza battagliera di torri e di palazzi, non tutti belli, non tutti antichi; ma armonizzati dalla ruvida grigia panchina. Il colore di Volterra, quello che si apprezza passeggiando per i borghi, è tenue, l'ocra chiaro della pietra arenaria locale, il panchino, di cui sono costruite le mura delle abitazioni, dei grandi palazzi pubblici, delle numerose case torri trecentesche, fino alla pavimentazione delle strade che risuonano dei passi dei fortunati pedoni cui sono riservate. Di Giovanni Staccotti, Fotografie di Rosangela Castelli.
LA FINITURA DELLE SUPERFICI
Il marmo comunemente noto nella sua finituta di lucido, e d'altronde deriva dalla parola greca marmairon con il significato di 'risplendere', può presentarsi con diversi tipi di finitura al termine della lavorazione.
LETTERA APERTA AI MARMISTI LOMBARDI
La nostra professionalità non è limitata a svolgere bene con cura gli ordini conferitici ma ci deve portare anche a diventare vostri partner offrendovi loro tutta la nostra consulenza tecnica finalizzata a valutare i materiali in modo che il progettista possa scegliere il marmo più idoneo alla realizzazione della sua opera. Data la grande quantità di marmi oggi disponibili sul mercato, le loro caratteristiche possono essere conosciute soltanto consultando le schede tecniche di analisi prodotte dai Centri prove più qualificati.
TEMI SCULTOREI TIPICI DEL ROMANICO LOMBARDO
Oltre alle tematiche comunemente note: motivi vegetali, l'uso di animali simbolici (pavoni, draghi, leoni, tori...), decorazioni geometriche sinuose, le lesene (chiamate in francese bandes lombardes), tutti elementi che verranno poi ripresi nel gotico vi sono alcune manifestazioni univoche e circoscritte della scultura romanica lombarda. Tra il 1100 e il 1250 vengono edificate diverse basiliche cittadine in stile romanico nella pianura padana orientale, ognuna di queste presenta un protiro in cui una coppia di leoni stilofori sorreggono le colonne. Oltre a presentare una notevole continuità stilistica sono tutti realizzati nello stesso tipo di marmo proveniente dalla stessa cava, le chiese e i protiri sono tutti realizzati da una scuola di maestri scultori lombardi tanto che sviluppano uno stile autonomo chiamato Romanico Lombardo non certo per il luogo di edificazione delle costruzioni.
LO STATUARIO VENATO PER LE NUOVE TORRI GEMELLE
Riprendiamo, con enorme soddisfazione, la segnalazione giuntaci dal Cosmave della scelta del materiale di rivestimento dell'edificio simbolo della nuova New York (scusate il giro di parole).
I MARMI MEDIOEVALI DEI LAGHI DI COMO, LUGANO E MAGGIORE
La zona dei laghi di Como, Lugano e Maggiore permette di collegare via acqua, allora l'unica via di trasporto, le montagne attraverso il Ticino o l' Adda fino al mare. La navigazione su imbarcazioni era lenta ma non faticosa. Ravenna era sia un porto fluviale che marittimo e sede della marina imperiale adriatica. Il sistema di fiumi e canali della pianura padana aveva permesso sin dai tempi dei romani di portare i marmi antichi, che sono quasi tutti greci o egizi, a Milano e nelle diverse altre sedi imperiali come Como, Verona, Brescia, Torino per le opere scultoree di particolare pregio.
MINIMIZZARE L' IMPATTO AMBIENTALE: I TETTI IN PIETRA NATURALE
Il rivestimento tegolare in pietra naturale oltre a essere il più antico in assoluto permette di riunire i principi semplici di economia alpina: il costo basso, la durata secolare del tetto, la facilità di estrazione oltre alla minizzazione dei trasporti, la resistenza al gelo, agli impatti violenti, con i principi moderni di ecologia e bellezza estetica sia di comunione paesaggistica dell'ambiente circostante la costruzione. Quando un materiale permette di far coincidere tutti questi aspetti dovrebbe essere la scelta razionale di un progetto architettonico. Vitruvio non ha posto in contrasto funzionalità ed estetica.







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